Mentr’io pensava la mia frale vita,
e vedea’l suo durar com’è leggiero,
piansemi Amor nel coree, ove dimora;
e per che l’anima mia fu sì smarrita,
che sospirando dicea nel pensiero:
- Ben converrà che la mia donna mora -.
Io presi tanto smarrimento allora,
ch’io chiusi li occhi vilmente gravati,
e furon sì smagati
li spiriti miei,che ciascun giva errando;
e posci imaginando,
di caunoscenza e di verità fora,
visi di donne m’apparver corrucciati,
che mi dicean pur:-Morra’ti, morrati-.
Poi vidi cose dubitose molte,
nel vano imaginare ov’io entrai;
ed essere mi pare in non so qual loco,
e veder donne andar per via disciolte,
qual lagrimando, e qual traendo guai,
che di tristizia saettavan foco.
Poi mi parve vedere a poco a poco
turbar lo sole e apparir la stella,
e pianger elli ed ella,
cader li augelli volando per l’are,
e la terra tremare;
ed omo apparve scolorito e fioco,
dicendomi:-Che fai? Non sai novella?
Morta è la donna tua, ch’era sì bella-.
Levava li occhi miei bagnati in pianti,
e vedea, che parean pioggia di manna,
li angeli che tornavan suso in cielo,
e una nuvoletta avean davanti,
dopo la qual gridavan tutti: Osanna.